**Scomparsa la prova decisiva: i PM gelano la famiglia Poggi. Ecco cosa nascondono**
Un colpo di scena scioccante scuote il già tormentato caso di Chiara Poggi, la giovane trovata senza vita nel 2007 a Garlasco. Dopo quasi 20 anni di indagini, processi e dubbi, la procura di Pavia ha respinto la richiesta della famiglia di riaprire le analisi su un’impronta palmare cruciale, nota come impronta numero 33. Questa traccia, scoperta su una parete della villetta, potrebbe contenere sangue umano e rappresentare l’unico indizio capace di riaccendere le speranze di giustizia.
Ma la vera bomba è un’altra: la provetta contenente i residui dell’impronta è scomparsa. Un mistero inquietante che solleva interrogativi inquietanti: chi ha interesse a nascondere la verità? Le analisi precedenti, eseguite con la ninidrina, hanno distrutto ogni possibilità di estrarre DNA, trasformando quella che poteva essere la prova regina in un’ombra inafferrabile.
Il fidanzato di Chiara, Alberto Stasi, condannato nel 2015 a 16 anni per omicidio volontario, aveva sempre sostenuto di averla trovata già morta. Ma ora, con l’impronta misteriosa e la scomparsa della prova, il caso di Garlasco si trasforma in un labirinto di silenzi e verità mai rivelate. La famiglia Poggi, già provata da anni di battaglie legali, si trova di fronte a un nuovo incubo: la possibilità che l’assassino di Chiara possa essere ancora libero, mentre le prove che potrebbero incastrarlo svaniscono nel nulla.
La giustizia italiana è di nuovo in crisi, e il mistero di Garlasco è tutt’altro che risolto. La domanda che tutti si pongono è: chi ha davvero ucciso Chiara Poggi? La risposta potrebbe essere sepolta in quella villetta silenziosa, o forse è già stata insabbiata per sempre. La verità è più vicina di quanto pensiamo, ma chi avrà il coraggio di cercarla?